Pronti…partenza…VIA!!!

E’ ciò che speriamo tutti di poter dire con gioia a Settembre.
Da Marzo 2020 l’attività sportiva è andata sempre più affievolendosi fin quasi, in alcuni casi, a scomparire.
Ecco allora che diventa sempre più importante pensare e “sognare” una ripartenza per rispondere ai bisogni e alle necessità di tutti quei/quelle ragazzi/e che desiderano finalmente ritornare a fare sport.
Come dobbiamo ripartire?
Non solo organizzando alla perfezione allenamenti , visite mediche, squadre, maglie…
Questi aspetti sono importanti, perché senza una buona organizzazione si rimane fermi al palo (a tale proposito ricordo le agevolazioni economiche decise dal consiglio e già presenti sul sito).
L’organizzazione, dicevo, è importante tuttavia non dobbiamo fermarci a questo.
Dobbiamo invece imparare a vivere il momento della ripartenza come se fosse un nuovo inizio.
Quindi?
1) Riprendere le motivazioni che ci spingono a “occuparci” di sport, soprattutto di quello giovanile.
2) Attrezzarci per rispondere alle difficoltà che le situazioni via via possono far emergere: saper quindi “orientare” e trovare soluzioni.
Ecco che la nostra ripartenza non sarà un “eravamo così e continuiamo così” ma diventerà un mettere i semi per una nuova partenza.
Approfittiamo del tempo che ci rimane da qui a Settembre per rileggere le finalità del CSI e le motivazioni che devono animare dirigenti/allenatori/accompagnatori CSI (a tale proposito, mi permetto di suggerire anche la lettura degli scritti di don Albertini che, con la sua proverbiale simpatia, sa farci entrare nella magia dello sport–educazione).
A conclusione vi invito alla lettura del Decalogo dell’allenatore , stilato da don Albertini, che ho inserito in calce alla presente.

E ora… arrivederci a Settembre!


Mario Arrigoni
Presidente CSI Lodi


Il decalogo dell’allenatore


1) Saper insegnare l’arte del ricominciare.
Perché una ripartenza, a differenza di un inizio da un punto zero, si porta appresso il fardello dei dolori del passato.

2) Tenere conto della fragilità più che puntare sulla performance.
Il tanto tempo passato in solitudine avrà acuito la pigrizia e la refrattarietà alla disciplina, per questo sarà necessario evitare di chiedere sforzi troppo elevati sin da subito.

3) Puntare sulle relazioni più che sulla competizione.
Seppur l’adrenalina di una gara sia parte della soddisfazione che un ragazzo prova quando fa sport, ciò che una volta tornati al campo cercheranno di più è senza dubbio la presenza di un amico al loro
fianco.

4) Regalare momenti di condivisione.
Dopo tanti mesi passati a poter pensare solamente a noi stessi, sarà tempo di rivivere la felicità del poter condividere la quotidianità con gli altri.

5) Trasmettere più che mai serenità.
Avendo tutti condiviso un periodo di grande difficoltà, bisognerà evitare di scaricarsi addosso a vicenda rabbia e frustrazione, lasciando invece spazio a gentilezza e conciliazione.

6) Far ri-apprezzare il rischio dell’avventura.
La chiusura è stata non soltanto quella tra le mura domestiche ma anche quella interiore di chi non ha più dovuto confrontarsi con il mondo esterno. Per questo bisognerà prendere per mano i ragazzi riportandoli dal “mare delle emozioni tristi” al mare delle opportunità.

7) Ridonare loro un’altra casa.
Una nuova abitazione dove potranno sentirsi desiderati e riconoscersi “unici al mondo”.

8) Imparare l’arte di rincuorare.
Per infondere coraggio a chi si è sentito a lungo sfiduciato. Rincuorare è rialzare qualcuno per guardare avanti, dove c’è più futuro che passato; guardare attorno, per vedere chi cammina con noi e non sentirsi soli; guardare dentro, dove regnano i talenti e le opportunità per tornare a sognare.

9) Ornare la vita dei ragazzi con la gioia.
La missione dell’allenatore sarà anche quella di essere dei “trasmettitori di gioia”.

10) Prepararsi da subito.
Perché la felicità non è una destinazione ma un percorso.